giovedì 28 novembre 2013
Il caso non esiste, ma resiste!
Ritrovarmi a distanza di almeno quindici anni in un posto, e avere l' impressione di esser ritornato come allora, come se il tempo non fosse mai passato.
Con la stessa aria persa nei ricordi, negli odori.
E la presenza d' una natura mai lasciata, ne scalfita dal tempo, una storia di pini e pinoli, di pigne e pietre grigie, di alberi secolari e di paste riscaldate su fuochi improvvisati, di funghi, di notti passate a sconfiggere il sonno e le tenebre, di slanci di giovani improbabili eroi, di paesaggi mozzafiato, di tutto, di più, un po di più...
Io dal mare, da Castellammare, si, ma subito dopo, come da paesaggio suggerito, il Faito, il solo, l' unico.
Questa la fortuna d' esser Stabiese, poter vantare ricordi quasi simultanei di mare e montagna...
Poi il tempo...
Si viaggia, si deriva anche probabilmente, come si viaggia anche restando ancorati in rada, che la Terra come tutta la Galassia, continua il suo espandersi, si viaggia comunque.
Quello che resta del tempo sono i ricordi, ma il Faito è la, come e più di un ricordo.
E nel suo attuale e struggente, lirico abbandono, è ancora più potente àncora nel tempo,
d' una bellezza quasi Pasoliniana...
Il tempo che di tiranno ha solo il pendolo,
come d' un rinoceronte il peso inerziale,
come dell' aquila lo sguardo cruciale.
Il tempo che deve esser stato troppo impegnato altrove...
Io credo,
credo a quello che sentono i miei sensi, credo anche che credere può esulare dalla matematica come dalla fantasia.
Credo che quando a Bruxelles si incontrano gli organizzatori del Faito doc festival, e che lo si fa dopo che la scultura alla motosega é diventata per me, una sorta di reazione con le armi della poesia a fatti e misfatti, e che sul Faito un vecchio faggio secolare ha resistito ad un fulmine ed un incendio ed a chi ne farebbe legna da ardere,
che il caso non esiste...ma resiste.
Poi il resto, lo fa una naturale predisposizione all' epica, il fascino indomito dell' impresa, che per me non é lanciarsi con il paracadute, sfidare belve o onde, o altre storie dove il limite con la stupidità é quasi nullo.
Quella che potrebbe definirsi la guerra giusta, che riarma il ronin, l'uomo onda, in inviato speciale;(no, a me non mi manda Picone!)
A me, mi manda solo un senso innato per la giustizia, l' amore sofferto per una terra che mi ha visto nascere si, ma che probabilmente non è da sempre la mia, io che ho scoperto origini nordiche, che per un napoletano (stabiese prego!) con gli occhi chiari suonano molte di celtico, di vikingo.
Eccomi al dunque, al perché di questa mia a dirvi:
Cerco sponsor per questa impresa, che considero una sorta d' omaggio urgente e necessario per una montagna semi abbandonata, ma che é di una bellezza sconvolgente, un bene da conservare non per un piccolo (ed alquanto bizzarro per dirla alla Macario...) popolo (Stabiesi e Vicani), ma per tutti.
Sponsor economici (l' organizzazione del Festival non può) per coprire le spese di viaggio e di materiali, ma soprattutto etici, che mi convincano che é la cosa giusta e non la visione distorta ed utopica d' un viaggiatore romantico, gentiluomo di fortuna per dirla alla Pratt (papà di Corto Maltese n.b.).
Anche perché una mia azione credo, sono certo, aiuterebbe Il Faito Doc Festival a resistere, a dare quella speranza di cui questo luogo magico ha bisogno.
Il faggio attualmente é un moncone che si erge comunque quasi 4mt dal suolo per una diametro di all' incirca di 2mt. E' al centro d' una sorta di radura naturale che si é creata nel corso dei secoli, in quanto la sua età é stimata tra i 4-500 anni!
Al mio primo e per ora unico sopralluogo mi ha già raccontato qualcosa, che é per altro il motore di questa mia a dirvi, una storia di forza della natura, dagli anni, i secoli, che ha vissuto da vivo, gigante della montagna, dal fulmine che ha generato la distruzione alla resistenza, che potrebbe di fatto generare un' azione, che io spero catartica...uno tsunami di speranza, di buone energie...
Ho quasi visto una sorta di monumento alle resistenze, alle esistenze fuori dai vettori, fuori dai circuiti.
Un monumento che potrebbe servire anche da luogo ove ricreare un incontro silenzioso e potente con le forze invisibili e che da sempre regolano, nonostante le ultime tragiche umane interferenze, il mondo.
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